Chissà cosa vedevano gli occhi di quel bambino guardando la montagna... 

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...il bisnonno era stato là, nei momenti più bui della sua giovinezza.

La "Piccola Russia"

Nascere nei luoghi dove si è consumata una guerra significa convivere per molto tempo con le sue ferite ed i suoi ricordi. Era trascorso ormai quasi mezzo secolo dalla fine di quegli eventi quando venni alla luce in quel villaggio di Selva di Grigno (Piccola Russia), in Valsugana. Già ai miei primi passi, la nonna materna mi portava a vedere gli insediamenti militari ormai in parte cancellati dalla natura che si stava riprendendo i suoi spazi. Mi parlava sempre del suo papà, mio bisnonno, uomo saggio dalla folta barba bianca ed a suo tempo fedele Landesschütze dell'Imperatore Francesco Giuseppe I°. Il 28 luglio 1914 la mobilitazione lo aveva strappato alla sua famiglia destinandolo ai confini con la Russia Imperiale, sui Monti Carpazi. Successivamente, richiamato in Austria dopo la dichiarazione di guerra dell'Italia all'Austria del 24 maggio 1915, mio bisnonno, assieme alla sua compagnia, marciava verso i ghiacciai dell'Adamello...

Quando la strada la sceglie il tuo cuore.

La mente di un bambino è plasmabile come la cera, ascoltavo e fantasticavo. Più crescevo e più sentivo forte quell'attrazione verso tutto quello che riportava a quei fatti per me a tratti avventurosi e magnifici senza  immaginare le miserie create dalla follia degli "uomini grandi".  Mia nonna era sempre molto impegnata nelle faccende di casa e, per non dovermi accudire continuamente, mi portava a giocare nella stanza degli attrezzi: martelli, tenaglie, chiodi e pezzi di legno mi davano la possibilità di esprimere il meglio di me stesso come piccolo artigiano! L'attenzione del mio sguardo veniva tuttavia attirata da quei due strani oggetti appesi là, in alto, lontano dalle mie mani. L'elmo austriaco arrugginito ed il fucile si trovavano là a ricordo della guerra del mio bisnonno. Incuriosito, chiedevo notizie ma intuivo che non dovevo insistere più di tanto. Questo strano amore per le "robe de guera" è nato proprio in quel contesto, non ho dubbi! 

La mia vocazione.

Il mio primordiale interesse, con il tempo, non mi ha mai abbandonato ed eccoci qua! Penso che questa sia una missione affidatami fin da piccolo, non so da chi, ma i ricordi del bisnonno Andrea ed i racconti della nonna Elisa di sicuro ne sono i promotori. Ho camminato su montagne e ghiacciai respirando la storia di quegli avvenimenti, impegnandomi al continuo sviluppo del mio percorso culturale. Nell'autunno della mia vita posso considerarmi un "Trasportatore di ricordi" con alle spalle tante esperienze che mi hanno permesso di realizzare questo museo virtuale. Ho creato così la mia nuova attività lavorativa consolidando anche i miei sogni. 

Andrea Marighetti

 

 

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